“La fede cristiana, tanto nel suo aspetto oggettivo, ossia
come dottrina, quanto nel suo aspetto soggettivo, ossia come credenza,
non è solo materia di riflessione per la teologia ma interessa necessariamente
la filosofia. L’atto mentale per il quale una coscienza ritiene di poter accettare
come vera la Rivelazione di Cristo (completamento e perfezionamento della
Rivelazione dei Profeti), è stata fin dall’inizio un inevitabile oggetto di
studio e di discussione per i filosofi, sia credenti che non credenti. La
categoria stessa di “fede”, ignota al pensiero greco classico, è diventata
ormai una categoria filosofica fondamentale, anche dopo la separazione moderna
della filosofia dalla teologia, e lo stesso è avvenuto con la categoria di “rivelazione”
(si pensi a filosofi come Schelling, Schleiermacher, Kierkegaard, James,
Jaspers). Particolarmente interessata al problema della fede nella Rivelazione
è la filosofia della conoscenza, dove si formula questa cruciale domanda: se la
fede di un cristiano consiste nel sapere che in Dio ci sono tre Persone
uguali e distinte e che il Verbo si è fatto carne (sono i due principali “misteri
della fede”), come fa il credente a sapere che la sua credenza è fondata?
In altri termini, la fede può esibire delle giustificazioni di fronte al
pensiero critico? La fede, riflettendo su stessa, può rilevare la sua
componente razionale?
Su questo problema, com’è noto, ci sono due opposte
posizioni. La prima posizione è quella dei fideisti ( a cominciare da
Kierkegaard), i quali sostengono che la fede è un “salto nel vuoto”, ossia un
atto libero e gratuito, un gesto del “cuore” che non necessita di presupposti
razionali, e che proprio questa è la sua grandezza e il suo merito. La seconda
posizione è quella dei razionalisti (a cominciare da Hegel), i quali sostengono
che la fede, proprio perché è priva di giustificazioni razionali, è da
considerarsi un impulso cieco che la filosofia deve superare come fase
prescientifica (provvisoria, inferiore) della coscienza.
In questo fascicolo della “Grande Enciclopedia
Epistemologica” la razionalità della fede nella Rivelazione Divina viene
esaminata senza preconcetti o riduzionismi, sulla scorta della logica aletica (disciplina
che studia i criteri di base per l’accertamento della verità in ogni campo del
sapere), mettendo a fuoco il problema della credibilità del testimone,
fondamento della conoscenza per testimonianza. L’esame è condotto mostrando
innanzitutto la logica interna all’atto di fede, così come essa si presenta
nella prassi cristiana, e confrontandola poi criticamente con le
interpretazioni filosofiche che ne sono state proposte nel corso dei secoli
fino ai giorni nostri. Senza invadere il campo proprio della “Sacra Teologia”,
ma dando il giusto rilievo alla “Teologia Filosofica”, questa indagine giunge a
delle conclusioni equilibrate e convincenti, tali da rispettare il mistero
della Trascendenza ma anche l’evento storico della Parola che dal cuore del
Mistero è giunta all’uomo e gli ha fornito l’accesso alla verità che salva.” (Testo
tratto dalla presentazione del libro)