Un salto di qualità

Alessio Conti

Cos’è la vita? Domanda inesauribile e fondamentale, alla quale possono essere fornite risposte molteplici che possono opporsi o tentare di dialogare. E’ questa la prospettiva che ha sotteso la conferenza, organizzata dal Circolo Culturale Il Domenichino, del Dottor Mirko Di Bernardo, tenutasi presso il Liceo Classico Benedetto XV di Grottaferrata. Mirko Di Bernardo si è laureato (nel 2006) in Filosofia della Scienza presso l'Università di Roma Tor Vergata sotto la guida del Prof. Arturo Carsetti con una tesi sulla Teoria della Complessità in Biologia. A giugno 2007 è risultato vincitore di una borsa di studio presso il Centro Studi Veneto Jacques Maritain (Portogruaro) con cui successivamente ha iniziato una stretta collaborazione diventando membro del comitato scientifico della rivista internazionale Quaderni di Antropologia. A partire da settembre 2008 partecipa al progetto di ricerca interdisciplinare sui processi di auto-organizzazione e genesi del significato in Biologia presso l’Università del Campus Biomedico di Roma e, contemporaneamente, svolge presso il Liceo Classico Benedetto XV un corso pomeridiano dal titolo: Allargare gli orizzonti della razionalità: Filosofia e Teologia di fronte alle nuove sfide della scienza contemporanea. Da diversi anni scrive per Dialegesthai (la rivista specialistica dell’Università di Roma Tor Vergata) e per Informaciòn Filosofica (Rivista internazionale dell’Università Pontificia Regina Apostolorum). Attualmente è vice-presidente dell’Associazione Culturale San Tommaso D’Aquino. Nel 2007 pubblica il volume dal titolo: Per una rivisitazione della dottrina monodiana della morfogenesi autonoma alla luce dei nuovi scenari aperti dalla post-genomica. Un relatore giovane, ma non inesperto: quello che colpisce scorrendo il suo curriculum scientifico, già ricco nonostante l'anno di nascita (1984), è una poliedricità irriducibile di interessi capace di spaziare, in un orizzonte ampio ma abbracciato con sorprendente sicurezza, dalla Biologia alla Post-Genomica, dalla Teologia ad una nozione ampia di Filosofia e Letteratura. Contro i vari riduzionismi l'autore ha sempre di mira il dialogo tra le diverse partizioni del sapere, senza confondere i piani epistemologici, ma anche senza chiudersi pregiudizialmente alla loro reciproca interazione. Chiusura che, come ha spiegato nella sua esposizione, è da imputarsi principalmente ad un riduzionismo epistemologico che può essere sconfitto solo facendo propria una prospettiva olistica, capace cioè di valorizzare l'irriducibile totalità della persona. Nella conferenza il Dottor Di Bernardo ha esplorato i sentieri misteriosi dell’auto-organizzazione, caratteristica fondamentale del bios, mostrando all’uditorio la realtà profonda dei processi biologici. Egli ha analizzato da un lato quelli che sono i classici della Filosofia della Biologia, ovvero le opere di Waddington, Monod, Crick, Jacob e Schrödinger, e dall’altro le nuove frontiere della Biologia contemporanea, vale a dire la rivoluzione semantica relativa alla nascita di nuove discipline come la Genomica Funzionale e la Proteomica. La parte centrale, si è incentrata sul passaggio epocale, in seno all’epistemologia genetica, dal caso essenziale al significato come emergenza; insomma, l'autore ha mostrato come l’idea di Monod secondo cui la vita è il frutto del caso sia da rivedere integralmente alla luce dei nuovi scenari aperti da un lato dalla nascita, in Fisica, dei sistemi complessi e delle teorie del caos, dall’altro dal notevole apporto fornito, nell’ultimo quinquennio, dalla Biologia Sistemica e dalla Genomica Funzionale. Così, facendo dialogare queste due nuove acquisizioni con la complessità umana, secondo l’autore si scopre, nel cuore della stessa scienza, come dai geni umani emergano qualità impensabili per gli animali: noi non siamo fatti di soli geni poiché da essi emerge qualcosa di irriducibile alla mera materia, ovvero la cultura, il linguaggio ordinario, l’autocoscienza, il controllo di sé, l’idea di perfetto, di verità, d’infinito (idee che non hanno nessuna corrispondenza con la realtà esperita ogni giorno). L’uomo, infatti, compie atti spirituali che implicano un grado di complessità incalcolabile: nell’uomo l’evoluzione casuale acquista un senso poiché viene regolata da un progetto; il caso, infatti, acquista un significato a posteriori ed a seconda del punto di osservazione. L’uomo trasforma il caso in disegno perché, scoprendo dentro di sé dei significati che altri esseri complessi non possono produrre, trasforma l’ambiente in cui vive secondo un progetto che è unicamente umano. Solo l’uomo ha l’idea di Dio perché solo l’ essere umano può pensare un tempo precedente e successivo alla propria esistenza contingente. Nella moralità, nel linguaggio ordinario e nell’autocoscienza, dunque - è il Dottor Di Bernardo che parla - si manifesta inequivocabilmente il salto di tipo qualitativo che differenzia l’uomo dagli altri animali, un salto che implica però anche una continuità quantitativa con tutta la materia vivente, poiché tutti gli organismi sono fatti di cellule e di DNA.